Una teoria da lungo tempo accettata dalla New Mobility Agenda dice che non puoi mai sapere da dove arriverà la prossima buona idea. Così bisogna tenere continuamente spalancati occhi, orecchie e cervelli. Volkswagen nella Nuova Mobilità? Beh, può anche essere. Quello che segue è un vecchio post che pensiamo valga la pena riproporre.
Vecchia Mobilità in azione a Odenplan, Stoccolma
Hmmm.
Il nocciolo della New Mobility Agenda non riguarda tanto il controllo della tecnologia e dell’organizzazione – anche se è assolutamente necessario conoscere molto bene entrambe – ma soprattutto la cultura: percezioni, attitudini, scelte, comportamenti. E’ per questo che abbiamo da tempo ribaltato la frase immor(t)ale di Goebbels, in modo da avere qualche cosa con cui lavorare.
Come si può portare la gente a rinunciare all’uso della scala mobile?
Per quanto possa essere magnifica e importante non saremo mai capaci di far ingoiare a forza la nuova mobilità alla gente delle nostre democrazie vive, pluralistiche e litigiose (si suppone che la democrazia sia proprio questo amalgama spesso difficile).
Ecco un’idea:
Che apre nuove possibilità di scelta:
Possiamo usare i nostri cervelli per aiutare a portare avanti i cambiamenti indispensabili se vogliamo lasciarci alle spalle i nostri comportamenti macroscopicamente insostenibili.
Diteci cosa ne pensate.
Bellissimo!
Davvero molto interessante.
Fa venir voglia di pensare a quanto ci sarebbe da pensare per applicare la fun theory al trasporto pubblico…
Forte!
Anni fa suggerii a una catena di supermercati di ritarare singolarmente la frequenza del “bip” che emette lo scanner della cassa quando legge il codice a barre, utilizzando le ben note frequenze di riferimento delle note. A parte il vantaggio che ne avrebbe la cassiera la quale saprebbe riconoscere il “suo” bip di conferma lettura tra le altre dieci che la affiancano, l’attesa alla cassa sarebbe resa meno monotona e alienante da improbabili ma sorprendenti accordi (o discordi).
Mitico! Sulla mobilità ci sarebbero tante cose da fare perchè non è solo una necessità ma anche un piacere. Bravi gli svedesi! Hanno già brevettato questa trovata?