È della settimana scorsa la notizia che anche il cuore finanziario di Londra ha deciso di portare la velocità del traffico a limiti più compatibili con il rispetto della vita umana. Si aggiunge così a una lista ormai nutrita di amministrazioni britanniche che hanno già adottato il limite di velocità di 20 mph (30 km/h).
Il consiglio municipale di City of London ha approvato più o meno all’unanimità “l’introduzione del limite di 20 mph in tutte le vie della City, comprese quelle gestite da Transport for London”.

Tuttavia lo Square Mile (il soprannome dato dai londinesi alla city, ndt) presenterà la peculiarità di applicare il limite a tutte le strade interne ai suoi confini con la sola possibile eccezione di Victoria Embankment, comprese quelle utilizzate come collettori di traffico di transito come Farrington Road e probabilmente anche parte di Blackfriars Bridge. Nei municipi adiacenti il limite di 20 mph è vigente solo sulle vie residenziali collaterali agli assi di scorrimento. Nella City sarà esteso su tutta la rete viaria.
La polizia locale, unico caso a Londra di corpo di polizia alle dirette dipendenze del Municipio, è favorevole all’introduzione di questo limite
Il motivo principale alla base della scelta è quello di tentare di ridurre gli incidenti con danni alle persone. La City presenta un pessimo livello di sicurezza stradale. Infatti sulle sue strade “un numero smisuratamente alto di pedoni e ciclisti vengono coinvolti in incidenti“. Se si considerano i ciclisti, questi costituiscono il 20% del traffico della City ma il 47% delle persone che subiscono gravi conseguenze in seguito a un incidente stradale.
L’amministrazione della City è consapevole che creando una zona a 20 mph si realizza un ambiente molto più favorevole allo svolgimento degli affari – è più probabile che resti un luogo come la gente vuole che sia un posto dove svolgere affari e collocare un ufficio.
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